TECNICA DEL POMODORO

e l’importanza delle pause

La Tecnica Pomodoro è una metodologia di gestione del tempo che può tornarti molto utile, che tu sia uno studente, un lavoratore dipendente o un direttore d’impresa.

Nonostante il suo nome bizzarro, dovuto al timer a forma di pomodoro che ha ispirato l’ideatore, la potenza di questa tecnica risiede proprio nelle modalità in cui viene suddiviso un determinato lasso di tempo dedicato allo studio o al completamento di una qualsiasi task.
Insomma, i benefici di chi applica questo metodo si vedono in tutte quelle situazioni in cui bisogna usare il cervello e rimanere concentrati: vediamo come si può applicare in tutti questi ambiti.

Ma come funziona la Tecnica del pomodoro?

Dietro al boost di produttività dovuto all’utilizzo di questa tecnica si nasconde un doppio fattore: la suddivisione del tempo in blocchi (che siano da 15, 20, 25 minuti) e le pause che intercorrono tra di essi.

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Dividere il tempo a nostra disposizione in blocchi infatti permette di assecondare la tendenza del cervello umano a calare drasticamente il livello di attenzione dopo un certo periodo (che varia di persona in persona) in cui ha lavorato a pieno regime. Proprio per questo motivo ognuno dovrà trovare una suddivisione soggettiva del tempo, che si adatti maggiormente ai propri livelli di prestazione e quindi gli permetta di dare il massimo in ogni attività.

Per spiegare meglio come la divisione possa variare di individuo in individuo, basti pensare che Elon Musk divide il proprio tempo in blocchi da 5 minuti, Bill Gates e Obama da 15.

Molte figure di successo applicano, seppur inconsapevolmente, questa tecnica e già questo dovrebbe essere un buon motivo per provarla!

Ma vediamo come interviene il secondo fattore: la pausa.

Abbiamo detto quindi che al termine di ogni blocco bisogna staccare per 5 minuti il cervello, ma perché?

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Innanzitutto è bene ricordare che dopo un certo intervallo di tempo (soggettivo) il cervello subisce un calo fisiologico delle proprie prestazioni e perciò, che lo vogliamo o no, sarà incline alla distrazione e al riposo.

Ma se non dovesse bastare, è stato dimostrato che è proprio nei momenti di pausa, di svago disinteressato, che il nostro cervello rielabora quello che ha affrontato nelle attività precedenti trovando nuove soluzioni, diversi punti di vista, strade che non avevamo preso in considerazione durante il lavoro.

In questo modo la pausa crea una sinergia con l’attività, una sorta di circolo virtuoso in cui la prima è funzionale alla seconda e non nemica come si potrebbe pensare.

Tutto ciò, oltre ad aumentare in maniera vistosa la nostra produttività, ci permetterà di visualizzare meglio marco e micro-obiettivi e di stabilire tutti gli step necessari al loro perseguimento in maniera lucida e realistica.

Insomma, c’è solo da guadagnarci e lo sanno bene i clienti che hanno il loro spazio di lavoro in Open Area!

Abbiamo già parlato dei lati negativi dello smart working (Clicca qui per leggere l’articolo), sottolineando quanto sia portante adottare tecniche che facilitino lo svolgimento delle proprie attività professionali, rendendole meno noiose e soprattutto più scorrevoli.

Abbiamo posto quindi grande attenzione nella realizzazione di aree relax in Open Area, dando la possibilità ai nostri clienti di fare una pausa caffè o scambiarsi idee coi colleghi.

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Mauro Abbondanza


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